anche oggi presento uno dei lavori intravisti nelle foto dei mercatini… dopo lo gnomo della volta scorsa ecco ora gli amorini… stessa lavorazione a filet anche per questo “centrino” che sarebbe meglio chiamare centrone… è alto circa un metro e largo quasi 65 cm, anche questo fatto parecchi anni fa, quando ancora magalì aveva gli occhietti buoni…
sono ormai tanti anni che non faccio più centrini, centroni, filet… anche perché non li uso, mi piace(va) farli e aver fatto contente tante destinatarie di regalini natalizi e non, soprattutto zie e nonne 🥰, ma visto che sono ormai démodé e non sempre vengono apprezzati e valutati per il tempo impiegato nel realizzarli e per tutto il lavoro che comportano, continuo a dire mai più! ma devo ammetterlo il mai direi mai è lì che mi aspetta al varco, ogni volta che rivedo le foto la voglia si fa sentire… ma più come curiosità e sfida personale “sarò ancora e di nuovo in grado di farne qualcuno?” magari non così grande ma… boh… 😳 naaaaa vade retro tentazione...
come ho accennato la volta scorsa inizialmente i centrini a filet non erano fatti a uncinetto ma si lavorava con ago e filo una rete creata partendo da un unico filo annodato in quadrati… una sorta di telaio base su cui creare un disegno di pieni e vuoti, stile pixel 😉, ma il lavoro non era fatto con il classico telaio a fili orizzontali e verticali, trama e ordito, che si intrecciano tra di loro, no no,.. nel filet antico, come nelle reti dei pescatori, bisogna intrecciare/annodare un filo unico, su se stesso, quadrato dopo quadrato, usando una dima, una sagoma che farà da misura per fare i suddetti quadrati tutti uguali, e una spoletta su cui arrotolare il filo per farlo scorrere meglio durante l'intreccio… il lavoro viene eseguito praticamente in diagonale, a piramide, facendo un nodino ad ogni incrocio per bloccare il filo stesso e far sì che i quadrati restino tali… come spesso dico è più facile a farlo che spiegarlo, in questo caso devo anche aggiungere più o meno... non è facilissimo, avevo provato anni fa ma... ho preferito continuare con il mio amato unciunci classico...
ho la fortuna di abitare in un posto di mare e da bimba/ragazzina mi incantavo a guardare i pescatori "rammendare" le reti che si erano strappate durante la pesca notturna... e all'epoca mica capivo come facevano... ora forse non se ne vedono più tanti in giro ma guardando loro, in teoria, si può imparare… magari se ne trovate uno paziente che rallenta un po’, perché sono davvero velocissimi!
una volta fatta la rete, con ago e filo si riempivano i vari quadratini necessari a formare il disegno voluto, secondo lo schema… a volte ricamando anche altri ghirigori qua e là…
un altro lavoro a filet che ho già pubblicato è quello con il cesto di fiori, un po' più piccolo di questo, e gli altri centrini tondi classici li potete vedere in questo post...
ma questo grande vi è piaciuto? se trovate un minuto per me vi aspetto nei commenti...
❤ buona giornata e buona creatività a tutti ❤
alla prossima
❤
Se mi è piaciuto? È semplicemente, anzi, complicatamente spettacolare!
RispondiEliminaComplimenti davvero, e grazie per la storia delle origini del filet, che non conoscevo.
Bacionti Tesora 😘
Bacionti a Te cara Dani ❤️ il filet... nuiuso quanto basta...lungo anche troppo (questo con gli amorini) ma alla fine son due punti 😉 che messi insieme diventan duecentomila... o giù di lì 😙😙😙
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