trovataaaaa! la borsa triangolare… eccola qua…
come promesso qualche giorno fa nel post della sciarpina a righe (e questa volta son riuscita a non far passare nemmeno troppo tempo… evvvvaiii! ce la posso fare!) e sempre ripescando dai lavori datati, eccovi oggi la borsa in velluto
che mi ero fatta in uno dei primi esperimenti cuciciferi… cucicosi… cucicanti…
mah… facite vobis… 😉
problemi? giusto un paio in fase di
lavorazione, ma superati alla grande! e non per i risultati, dei quali naturalmente
lascio a voi il giudizio, ci mancherebbe, ma per le difficoltà iniziali che
comunque non sono mancate e che poi si sono rivelate meno ardue del previsto…
andiam con ordine:
1. macchina
nuova, prima per me in assoluto e comprata al primo supermercato incrociato
(caro il mio istinto: non lasciarmi mai!) non sapendo
che fine avrei fatto… nel senso di quanto come dove e perché l’avrei usata…
ossia: la voglia di iniziare e
provare era tanta ma cosa sarei stata in grado di fare non lo sapevo, così il
primo sgorbietto ultra-economico che ho trovato, ho comprato! che poi, piccina la mia prima macchinetta, sgorbio
per modo di dire… di sicuro non era una macchina professionale a tutti gli
effetti, però i suoi bei puntini, anche di ricamo e di cose particolari, li faceva eccome! qualche
bella cerniera e tante piccole e grandi riparazioni se l’è viste! e pure tante
altre robe... alcune (poche) ve le ho già mostrate (la fodera per la borsa a 4 piastrelle, la borsa con patella in
coordinato con la sciarpa a stella, la borsa multiforma più
difficile a capirsi che a farsi, la cerniera del bauletto tondo) e altre sono ancora in cantiere (nel senso di foto, non di lavoro in se) e quindi, per
quel che mi riguarda e se non abbiamo intenzione di diventare sarte professioniste, tanto di
cappello anche alle macchine di fortuna…
unica complicazione più seria e materiale,
è che quando iniziano ad incepparsi e a non ciunfionare più a dovere, non
conviene farle riparare perché costerebbe di più che non comprarne un’altra
uguale (almeno, qui in zona, così mi capitò)… perciò dopo alcune iniziali
sistemazioni caserecce e autonome, ahimè non c’è più stato nulla da fare… un
paio di mesi senza… un po’ di cinghia stretta in altre spese e
due anni fa (ma forse son già tre se non quattro…) ho preso una macchinina un
po’ più seria… che, rispetto alla precedente, costa un botto e che, sigh,
strano ma vero, fino ad ora ho usato meno dell’altra… però sto cercando di
rimediare e ultimamente mi ci son dedicata un po’ di più… vedrete vedrete…
bene! nonostante tutto questo, inizio la
borsa!
2. forma…
ecco, qui forse ho trovato le difficoltà maggiori ma se son caparbia che ci devo
fare? e quindi vai! continua con la borsa…
3. tessuto non proprio da prova… per carità, nulla di che… è un velluto a coste anche
molto bello, ma provare con uno strofinaccio da buttare e fare una cosina
sperimentosa, dritta e semplice, o usare una cotonina liscia, magari più facile
da manovrare, o una sola delle due opzioni, insomma, potevo anche farla no?
No! non sia mai… vai, ostinata come non mai, e continua con la borsa…
No! non sia mai… vai, ostinata come non mai, e continua con la borsa…
4. mia poca esperienza con cose del genere… altre sì, anche anni
addietro con macchine non mie, ma borse e pure strambe, mai! ma niente,
cocciuta fino al midollo… vai! continua con la borsa…
insomma, messe insieme le varie cose
pensavo di combinar più che altro disastri… e invece la borsa è finita e io son
soddisfatta di quel che oggi me e la nuova macchinetta (più
seriosa e professionale) riusciamo a fare… (e
non dico il nome solo per evitare problemi di marchi o pubblicità occulte...
non sia mai) non che riesca a fare chissà quali
miracoli o meraviglie (io, perché la macchina qualcosina fa) ma anche solo
riuscire a ripercorrere in parte la strada di mamma (tra le altre cose anche
camiciaia) e soprattutto della Sua/nostra grande Amica sartina… beh, come suol
dirsi: non ha prezzo… ho ancora vivi nel cuore i pomeriggi passati in
laboratorio, con sua figlia, mia grande Amica d’infanzia (e non solo), a
recuperare i ritagli avanzati per fare i vestitini alle bambole e … e basta
perchè questa è un’altra storia… ma quanti ricordi meravigliosi ❤
e due parole per il titolo non le
mettiamo? allora allora… cercando di concludere un altro dei miei romanzi…
berlingot è il nome che ho sempre sentito dare a questa forma, che poi
geometricamente parlando altro non è che un tetraedro alias piramide a base
triangolare alias vecchi contenitori del latte (i primi in tetrapack, chi se li
ricorda?) alias caramelle francesi a righe alias borsa che mi piace un sacco!
e con la quale (forma) ho fatto parecchie
altre cose… giusto per continuare con le creazioni non ancora pubblicate… ufff ma
quante sono? tante, davvero tante…
e il manico? ah sì... bicolore, a uncinetto (tutto p. basso), intercambiabile, allungabile e... e farò una puntata apposita, altrimenti qui diventa la storia infinita... e già così non scherza 😈😇
à bientôt
❤
Mamma mia cara Sinide, sapessi io cucire così bene (sono allergica anche alla macchina da cucire....o forse è lei a rifiutarmi....)! Questa borsina è davvero carissima e sfiziosa.
RispondiEliminaBuona domenica!
Ma è stupenda!
RispondiEliminaSei davvero bravissima!
Ho appena scoperto il tuo bellissimo blog e mi sono immediatamente unita ai tuoi lettori fissi!
Se ti va di ricambiare ti aspetto da me!
http://lamammadisophia2016.blogspot.it
Che forma particolare! Bellissima!
RispondiEliminaE... se non è difficile, cosa lo facciamo a fare???? =))))
Dani
Anche questa è bellissima e originale! E sì che io sono una patita delle borse1
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